In una lunga lettera indirizzata, tra gli altri, al presidente del Consiglio Berlusconi, al presidente della Regione Lombardo e al ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna, Caterina Santamaria, per l’Agorà delle Donne, ha chiesto che s’intervenga perché nel Governo degli enti locali sia assicurata la presenza delle donne. “Agorà ha consegnato alla politica una proposta che tendesse a sancire l’alternanza uomo-donna nelle liste. L’Assemblea Regionale Siciliana ha legiferato in tal senso prevedendo l’alternanza di genere nel listino. Nell’auspicare una riforma della legge elettorale che restituisca al cittadino la scelta dei propri rappresentanti riteniamo, intanto, che le forze politiche democratiche debbano compiere scelte forti che prevedano l’alternanza uomo-donna nelle liste anche a livello nazionale. Gli statuti degli EE.LL. regolano la vita di un ente. Legalità è, anche, rispettare tali regole. Oggi, in provincia di Agrigento, su 43 comuni solo in 20 si registra la presenza delle donne nel governo locale. Dalla provincia regionale a più della metà dei comuni dell’agrigentino vengono ignorate – nonostante appelli e sollecitazioni – le norme statutarie di cui essi stessi si sono dotati; per non parlare della quasi totale assenza di nomine al femminile nei centri decisionali. Riteniamo questo atteggiamento oltre che non rispettoso delle regole come non riconoscimento della differenza come valore e esaltazione, in tutte le sedi istituzionali e di governo, del punto di vista di genere come ricchezza in una società complessa e plurale”. Santamaria si rivolge in particolare al presidente della Provincia e ai sindaci dei comuni inadempienti: Aragona-Bivona-Calamonaci-Cammarata- C.Bello Di Licata-Casteltermini-Castrofilippo -Cianciana-Grotte-Lucca Sicula-Menfi-Montallegro-Naro-Palma Montechiaro-Racalmuto -Raffadali-Ravanusa-Realmonte-Ribera-Sambuca Di Sicilia- Santa Margherita Belice- Sciacca-Villafranca Sicula affinchè rispettino i loro statuti riequilibrando la presenza di genere nelle giunte e negli organismi di rappresentanza. “Laddove gli statuti non dovessero – come sancito dalla Costituzione – prevedere norme di riferimento, si invitano i Consigli Comunali a modificarli Agorà delle Donne riterrà doveroso, in assenza di riscontri puntuali e positivi, fare ricorso al TAR per l’azzeramento di quelle giunte “illegittime”. Segnalerà, inoltre, all’assessorato regionale agli Enti Locali gli statuti difformi al dettato costituzionale. Il Presidente della Provincia ed i Sindaci inadempienti non si nascondano dietro…Altri, non aspettino che siano le forze politiche del loro schieramento ad indicare “benevolmente” le donne: escano allo scoperto, si riapproprino del loro diritto-dovere, forti di un consenso sovrano e popolare diretto, di indicare le loro squadre di governo rappresentative della complessità del genere umano. Diversamente finiranno, senza appello, con il diventare “complici e vittime” nello stesso tempo. Agorà delle Donne intende, per una questione così dirimente per la democrazia, vigilare e tenere alta e viva l’attenzione”.
Fonte:http://www.agrigentoflash.it/
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