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....La libertà non è star sopra un albero, non è neanche avere un’opinione, la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione.... G.Gaber
lunedì 24 settembre 2012
Elezioni Primarie: vantaggi e svantaggi
Le primarie oggi, in Italia, nelle realtà più grandi come in quelle più piccole, rappresentano un’ineludibile strumento e un passaggio decisivo alla ricerca di forme sempre più avanzate di democrazia.
Anche l’Associazione Futura, in vista delle prossime competizioni comunali del 2013, ritiene che le primarie rappresentino un’ineludibile strumento al fine di evitare che si attivino metodi obsoleti, prescindendo da ciò che i cittadini, invece, chiedono.
da Wikipedia, l'enciclopedia libera, e dalla rete cerchiamo di capire cosa sono.
Le elezioni primarie sono una competizione elettorale attraverso la quale gli elettori o i militanti di un partito politico decidono chi sarà il candidato del partito (o dello schieramento politico del quale il partito medesimo fa parte) per una successiva elezione di una carica pubblica.
La ragione delle elezioni primarie è la promozione della massima partecipazione degli elettori alla scelta dei candidati a cariche pubbliche, in contrapposizione al sistema che vede gli elettori scegliere fra candidati designati dai partiti.
Le elezioni primarie sono utilizzate in particolar modo negli Stati Uniti d'America. Le elezioni primarie nascono come sistema locale: la prima elezione primaria fu tenuta dal Partito Democratico in Pennsylvania il 9 settembre 1842. Dopo la guerra civile americana (1861-1865) si diffusero negli Stati del Sud, dove ovviavano al problema di una rappresentanza politica di fatto mono-partitica.
Alla fine del XIX secolo grazie alla spinta del movimento progressista sono divenute una istituzione pressoché generalizzata a livello nazionale.
Nel Paese nordamericano le prime elezioni primarie erano del tipo "chiuso", ossia alle primarie di un partito potevano votare tutti i membri di quel partito. Negli anni 70 del XX secolo si sono diffuse le primarie di tipo "aperto", che consentono il voto a tutti i cittadini.
In un sistema bipartitico (o bipolare) la primaria aperta tende a selezionare candidati più centristi rispetto all'elettorato (non rispetto ai militanti) e a favorire maggiormente la partecipazione alle elezioni, ma è aperta al rischio di "inquinamento" da parte dei sostenitori del partito avversario.
A partire dal 2005, il metodo delle elezioni primarie (di tipo "aperto") è stato introdotto anche in Italia dalla coalizione di centrosinistra L'Unione, formata appunto il 10 febbraio 2005.
La coalizione di centrodestra non ha mai organizzato elezioni primarie per scegliere i suoi candidati, in quanto Berlusconi è stato sempre l'unico leader di tale schieramento dalla sua discesa in campo nel 1994 fino ad oggi.
In Italia le elezioni primarie non sono previste o regolamentate per legge, come avviene negli USA. Di conseguenza, in Italia questo tipo di elezioni non ha alcun valore legale, anche se molti esponenti politici, considerandolo un modo diretto di partecipazione dei cittadini, ritengono necessario estenderne il più possibile l'utilizzo.
In Italia non sempre il risultato delle primarie è stato quello sperato dalla Leadership, infatti in molte competizioni i candidati designati dagli apparati di partito si sono visti soccombere dagli outsider.
Nel complesso, si possono distinguere tre modelli fondamentali: le primarie aperte, le primarie di partito e il voto degli iscritti.
Le primarie aperte negli Usa
Le elezioni primarie “aperte”, che ammettono la partecipazione anche dei non iscritti ai partiti, sono decisive per la selezione dei candidati negli Stati Uniti e l’esperienza americana fornisce ampie prove dei vantaggi e svantaggi di questa formula. Il vantaggio principale, stando ai sostenitori delle primarie, risiede nel loro contributo alla responsiveness dei partiti, i quali, permettendo agli elettori di scegliere i candidati, non possono ignorarne preferenze e orientamenti. In assenza di democrazia interna ai partiti, gli elettori rischiano di trovarsi di fronte alla scomoda scelta tra votare per un candidato distante dal partito ideologicamente che essi preferiscono oppure astenersi, favorendo il partito avverso. Le primarie vorrebbero ridurre la possibilità che i partiti ignorino le preferenze dei loro sostenitori e quindi contribuire ad ancorarli più saldamente alla loro collocazione nello spazio ideologico.
Le primarie di partito in Spagna
Il Partito socialista spagnolo è uno dei pochi partiti occidentali ad aver adottato il metodo delle primarie, con conseguenze subito dirompenti. Le primarie tenutesi nel 1998 per scegliere un candidato Primo Ministro per le elezioni di quell’anno provocarono la bocciatura, del tutto inattesa, del segretario del partito (Joaquín Almunia) a beneficio di un candidato relativamente di basso profilo come l’ ex-ministro José Borrell. Benché gran parte delle primarie destinate a selezionare candidati per le cariche locali e regionali si fossero svolte senza sorprese, la sconfitta del segretario del partito costituisce un ottimo esempio del potenziale di destabilizzazione delle primarie, anche quando si limitano a coinvolgere solo gli iscritti al partito. Questo dimostra quanto le primarie differiscano dai tradizionali meccanismi di democrazia interna. Interrogati a titolo individuale, gli iscritti votarono in maggioranza contro il leader del partito, che era stato eletto dal congresso secondo le procedure tradizionali della democrazia delegata, a conferma dell’insufficienza di tali procedure per riflettere l’opinione degli iscritti, specie in un partito molto disciplinato come il Psoe, in cui gran parte dei delegati ai congressi erano detentori di cariche pubbliche la cui sorte dipendeva dal favore di un potente apparato di partito.
Il voto degli iscritti nei partiti britannici
In Gran Bretagna tutti e tre i maggiori partiti concedono oggi in qualche modo il voto agli iscritti nella selezione dei candidati, confermando la tesi secondo cui tale forma di democratizzazione corrisponde alla debolezza organizzativa dei partiti. Tutti e tre i partiti britannici sono afflitti da trent’anni da un sostanziale declino delle iscrizioni. Sia il Labour sia i Tories hanno affrontato crisi di legittimità e credibilità a seguito di sconfitte elettorali traumatiche e la valorizzazione della partecipazione degli iscritti è stata ritenuta una strategia per affrontarle. Le riforme “democratiche” nella selezione dei candidati sono anche state introdotte in funzione di giochi interni di potere. Nei due maggiori partiti britannici la riforma del processo di selezione dei candidati ha teso a spostare il potere in due direzioni : verso gli iscritti e verso la Leadership a spese dei dirigenti intermedi. Abbandonato il suo vecchio sistema di selezione a favore di un sistema basato sulle iscrizioni individuali, le riforme nelle procedure di selezione dei candidati del Partito laburista erano più finalizzate ad aggirare le élites intermedie, ritenute più riluttanti ad abbracciare una strategia centrista, che non a dar voce davvero alla base. Queste riforme hanno coinciso con una crescente centralizzazione del potere intorno alla leadership del Labour. La riforma non prevede elezioni primarie vere e proprie: gli iscritti infatti scelgono fra candidati potenziali già filtrati dal partito. Gli esecutivi locali avviano il processo, cercano proposte di candidature, predispongono una prima selezione, che viene sottoposta all’esecutivo nazionale perché la approvi e solo allora gli iscritti hanno diritto di votare. L’esecutivo conserva un diritto di veto sulle candidature anche dopo che gli iscritti si sono pronunciati. In breve, le strutture del partito intervengono a tutti gli stadi del processo e tali interventi sono stati utilizzati per lo più per bloccare candidature di sinistra o di dubbia lealtà. I cambiamenti nelle procedure di selezione nel caso dei Conservatori sono state assai meno profonde. Il cambiamento più rilevante riguarda l’allargamento dell’elettorato cui spetta eleggere il leader, prima ristretto ai soli membri del gruppo parlamentare: gli iscritti avevano già il diritto di votare nelle assemblee di selezione dei candidati nei loro collegi. Per le elezioni nazionali il partito conserva una forte influenza attraverso l’approvazione delle liste nazionali dei candidati, malgrado le istanze locali godano di grande autonomia per scegliere entro queste liste. Come per i laburisti, i voti degli iscritti contano poco quando l’apparato nazionale e locale detiene un controllo così rigido sulla scelta dei candidati. Vi sono in sostanza poche prove di un qualche miglioramento nel grado di responsiveness della leadership nei riguardi della base. Continua a leggere!
Le primarie aperte negli Usa
Le elezioni primarie “aperte”, che ammettono la partecipazione anche dei non iscritti ai partiti, sono decisive per la selezione dei candidati negli Stati Uniti e l’esperienza americana fornisce ampie prove dei vantaggi e svantaggi di questa formula. Il vantaggio principale, stando ai sostenitori delle primarie, risiede nel loro contributo alla responsiveness dei partiti, i quali, permettendo agli elettori di scegliere i candidati, non possono ignorarne preferenze e orientamenti. In assenza di democrazia interna ai partiti, gli elettori rischiano di trovarsi di fronte alla scomoda scelta tra votare per un candidato distante dal partito ideologicamente che essi preferiscono oppure astenersi, favorendo il partito avverso. Le primarie vorrebbero ridurre la possibilità che i partiti ignorino le preferenze dei loro sostenitori e quindi contribuire ad ancorarli più saldamente alla loro collocazione nello spazio ideologico.
Le primarie di partito in Spagna
Il Partito socialista spagnolo è uno dei pochi partiti occidentali ad aver adottato il metodo delle primarie, con conseguenze subito dirompenti. Le primarie tenutesi nel 1998 per scegliere un candidato Primo Ministro per le elezioni di quell’anno provocarono la bocciatura, del tutto inattesa, del segretario del partito (Joaquín Almunia) a beneficio di un candidato relativamente di basso profilo come l’ ex-ministro José Borrell. Benché gran parte delle primarie destinate a selezionare candidati per le cariche locali e regionali si fossero svolte senza sorprese, la sconfitta del segretario del partito costituisce un ottimo esempio del potenziale di destabilizzazione delle primarie, anche quando si limitano a coinvolgere solo gli iscritti al partito. Questo dimostra quanto le primarie differiscano dai tradizionali meccanismi di democrazia interna. Interrogati a titolo individuale, gli iscritti votarono in maggioranza contro il leader del partito, che era stato eletto dal congresso secondo le procedure tradizionali della democrazia delegata, a conferma dell’insufficienza di tali procedure per riflettere l’opinione degli iscritti, specie in un partito molto disciplinato come il Psoe, in cui gran parte dei delegati ai congressi erano detentori di cariche pubbliche la cui sorte dipendeva dal favore di un potente apparato di partito.
Il voto degli iscritti nei partiti britannici
In Gran Bretagna tutti e tre i maggiori partiti concedono oggi in qualche modo il voto agli iscritti nella selezione dei candidati, confermando la tesi secondo cui tale forma di democratizzazione corrisponde alla debolezza organizzativa dei partiti. Tutti e tre i partiti britannici sono afflitti da trent’anni da un sostanziale declino delle iscrizioni. Sia il Labour sia i Tories hanno affrontato crisi di legittimità e credibilità a seguito di sconfitte elettorali traumatiche e la valorizzazione della partecipazione degli iscritti è stata ritenuta una strategia per affrontarle. Le riforme “democratiche” nella selezione dei candidati sono anche state introdotte in funzione di giochi interni di potere. Nei due maggiori partiti britannici la riforma del processo di selezione dei candidati ha teso a spostare il potere in due direzioni : verso gli iscritti e verso la Leadership a spese dei dirigenti intermedi. Abbandonato il suo vecchio sistema di selezione a favore di un sistema basato sulle iscrizioni individuali, le riforme nelle procedure di selezione dei candidati del Partito laburista erano più finalizzate ad aggirare le élites intermedie, ritenute più riluttanti ad abbracciare una strategia centrista, che non a dar voce davvero alla base. Queste riforme hanno coinciso con una crescente centralizzazione del potere intorno alla leadership del Labour. La riforma non prevede elezioni primarie vere e proprie: gli iscritti infatti scelgono fra candidati potenziali già filtrati dal partito. Gli esecutivi locali avviano il processo, cercano proposte di candidature, predispongono una prima selezione, che viene sottoposta all’esecutivo nazionale perché la approvi e solo allora gli iscritti hanno diritto di votare. L’esecutivo conserva un diritto di veto sulle candidature anche dopo che gli iscritti si sono pronunciati. In breve, le strutture del partito intervengono a tutti gli stadi del processo e tali interventi sono stati utilizzati per lo più per bloccare candidature di sinistra o di dubbia lealtà. I cambiamenti nelle procedure di selezione nel caso dei Conservatori sono state assai meno profonde. Il cambiamento più rilevante riguarda l’allargamento dell’elettorato cui spetta eleggere il leader, prima ristretto ai soli membri del gruppo parlamentare: gli iscritti avevano già il diritto di votare nelle assemblee di selezione dei candidati nei loro collegi. Per le elezioni nazionali il partito conserva una forte influenza attraverso l’approvazione delle liste nazionali dei candidati, malgrado le istanze locali godano di grande autonomia per scegliere entro queste liste. Come per i laburisti, i voti degli iscritti contano poco quando l’apparato nazionale e locale detiene un controllo così rigido sulla scelta dei candidati. Vi sono in sostanza poche prove di un qualche miglioramento nel grado di responsiveness della leadership nei riguardi della base. Continua a leggere!
mercoledì 19 settembre 2012
mercoledì 5 settembre 2012
MENFI: Nasce “La Nuova Primavera”

Anche Menfi avrà una “Nuova Primavera”, no non sto parlando di una nuova stagione per una nuova suddivisione dell’anno solare, sto parlando di cultura, politica e soprattutto di giovani. A Menfi sta maturando un nuovo modo di comprendere e vivere gli eventi che possono colpire i cittadini, infatti, domenica 9 settembre, alle ore 20.30, presso il Roxy Bar di Porto Palo di Menfi, dei giovani menfitani daranno vita alla Sezione dell'Associazione Politico-Culturale "La Nuova Primavera" di Sciacca. Il sodalizio, formato da ragazzi e ragazze dai 16 anni in poi, si pone come obiettivi principali quelli di avvicinare i giovani della nostra città al mondo della politica e delle istituzioni e di promuovere iniziative legate ai temi della cultura e della legalità nell’ottica di un rinnovamento della classe dirigente e di una rinascita culturale della comunità. Vicario della nascente sezione di Menfi è Salvatore Gulino, mentre il ruolo di Vicevicario è rivestito da Pietro Buttafuoco. Questi due giovani volenterosi, attorniati da un folto gruppo di coetanei, hanno l’arduo intento di promuovere ogni tipo di attività politica, culturale, ricreativa, sociale tendente alla partecipazione dei cittadini alle questioni legate in primo luogo alla vita politica nazionale ed internazionale, nonché all'amministrazione locale; approfondire la ricerca di valori di uguaglianza tra i cittadini, di collaborazione internazionale, di libertà politica e religiosa, di democrazia economica presenti con tanto rilievo nella nostra Carta Costituzionale; cooperare con le associazioni, le organizzazioni e le istituzioni del territorio; organizzare incontri, convegni, dibattiti, favorendo al massimo il protagonismo dei partecipanti e il pluralismo delle voci messe a confronto. In poche parole, L’associazione Politico - Culturale “La Nuova Primavera”, vuole fare cultura e tra i mille significati insiti in questa parola, vuole dare il giusto spazio alla politica, ma la Politica con la P maiuscola, infatti, “La Nuova Primavera” è apartitica, cioè non è legata in nessun modo ad alcun partito o movimento attualmente esistente, ma non è apolitica poiché uno degli scopi per cui nasce è proprio quello di fungere da raccordo tra i giovani e la politica. La volontà è quella di accogliere tutti i ragazzi che sentono la necessita di avvicinarsi al mondo della politica e delle istituzioni promuovendo iniziative legate a cultura e legalità. Gli intenti sono alti e condivisibili, la volontà di fare vive negli sguardi accesi dei giovani menfitani che formano questo gruppo. Forse qualcosa sta iniziando a muoversi, forse i giovani, stufi dall’atrofia di questi anni, hanno capito che non si devono solo porre le domande, ma si devono attivare per cercare le risposte. Forse e per la prima volta, ciò sta accadendo anche a Menfi! I giovani dell’Associazione Politico - Culturale “La Nuova Primavera” vi invitano a partecipare, domenica 9 settembre, alle ore 20.30 presso il Roxy Bar di Porto Palo a Menfi, per la presentazione ufficiale. Continua a leggere!
MENFI: Proposti emendamenti al bilancio 2012

In un momento di scollamento tra politica ed elettori, in una fase di stagnazione economica nazionale, in un periodo di tagli lineari che non permettono un fattivo rilancio per il paese Italia, anche un piccolo Comune, come quello di Menfi, deve dare il suo contributo. Un contributo della politica per i cittadini ed in un solo colpo adempiere ai nostri obblighi e rispondere all’antipolitica che si erge a risolutrice di tutti i problemi, da quelli nazionali a quelli comunali. Per questi motivi, ma soprattutto per dare un segno tangibile, alla cittadinanza di Menfi, del nostro interesse per Menfi ed in primo luogo per i giovani studenti menfitani, noi, Consiglieri Giuseppe Romano, Calogero Lanzarone e Giuseppe Buscemi, abbiamo proposto un emendamento agli schemi di bilancio di previsione 2012.. I Consiglieri Comunali di Menfi Giuseppe Romano, Calogero Lanzarone e Giuseppe Buscemi si complimentano con il loro Sindaco, Michele Botta, per aver ridotto del 10% l’indennità di funzione per Sindaco e Assessori. “Noi – affermano i tre consiglieri di maggioranza - oltre ad apprezzare il provvedimento, accogliamo con vivo entusiasmo l’appello lanciato dallo stesso che mira a ridurre le spettanze di tutti i componenti del Consiglio Comunale. A tal proposito, presentiamo un emendamento “agli schemi di bilancio di previsione 2012” con il fine di poter erogare parte delle somme risparmiate a voci di spesa attualmente tralasciate.” Difatti, l’emendamento presentato in data 31.8.2012, protocollo numero 16365, prevede il taglio del 30%, da settembre a dicembre 2012, dell'indennità del Sindaco e gli assessori comunali attualmente sette costeranno come se fossero quattro a pieno stipendio. La proposta produrrebbe un risparmio di € 25.500,00 e tale somma consentirà a 15 studenti universitari di avere un contributo affitti di € 150,00 al mese per 12 mesi. Il bando, che potrebbe essere pubblicato entro novembre, si rivolge a giovani studenti menfitani che sono in possesso dei requisiti di merito e di reddito. “Ma la nostra attenzione – continuano Romano, Lanzarone e Buscemi - non va solo ai giovani, infatti, nell’emendamento presentato prevede anche un migliore utilizzo delle risorse presenti nei capitoli di spesa del bilancio, della sicurezza delle case pericolanti presenti nei cortili di Menfi, con un piano di protezione civile per la messa in sicurezza e migliorare l’attrezzatura del settore cimiteriale.” Con più precisione, con il taglio, dal bilancio, della spesa di € 25.000,00 per la manutenzione straordinaria Cimitero Comunale, della spesa di € 6.000,00 per il noleggio mezzi Cimitero Comunale e della spesa di € 20.000,00 per acquisizione pareri su progetti, si ottiene una somma di € 51.000,00 che può essere investita per dei nuovi interventi. Questi nuovi interventi sono: Esumazione salme per assegnazione nuovi lotti cimiteriali (€ 25.000,00), acquisto sollevatore per allocazione salme nei loculi cimiteriali (€ 6.000,00) e prestazione professionale per piano protezione civile (€ 20.000,00). “Con il nostro emendamento - concludono Romano, Lanzarone e Buscemi - abbiamo ritenuto necessario dare un segno tangibile della presenza e della vicinanza della politica locale alle varie problematiche economiche dei cittadini che miri, con i fatti, a dare un segnale di forte contrasto alla crisi economica che, in molti casi, rischia di sfociare in allarme sociale. La politica ha l’obbligo di dare voce alle esigenze dei cittadini, noi crediamo che aiutando i giovani universitari menfitani, ottimizzando le risorse per il servizio cimiteriale e mettendo in sicurezza Menfi, potremmo dare una risposta positiva alla sempre più difficile realtà socio-economica menfitana. Situazione che è figlia dello stato in cui versa il Paese Italia.” . Continua a leggere!
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