L’aver appreso che la Cantina Cellaro non pagherà il 25% del prodotto conferito nella scorsa vendemmia, è stato un duro colpo per i produttori; soprattutto per quelli che hanno come unica fonte di sostentamento della famiglia, l’uva. Purtroppo per l’anno a venire le previsioni non sono più rosee, perché se da un lato si parla di contratti vantaggiosi con alcune aziende del nord – Italia, dall’altro si deve tener conto che la Cantina ha ammassato nella vendemmia 2009, 110 mila quintali di uve a fronte delle 80 mila del 2010; ne consegue che i costi di gestione per quintale, aumenteranno e non di poco. Due le cause di questa diminuzione di produzione: la estirpazione e la vendemmia verde. Ed a proposito di quest’ultima, è evidente che ha portato dei vantaggi, momentanei, ai produttori che l’hanno attuata; è però, altrettanto evidente che ha svantaggiato la struttura e i soci conferitori. Perciò, se è vero come è vero, che la vendemmia verde è un provvedimento di cui legittimamente, possono usufruire i produttori, è altrettanto vero che usufruirne è “deontologicamente” incompatibile con la carica di Amministratore della Cantina e men che meno con quella di dipendente. Di tutto ciò, compreso la partecipazione ai costi di gestione, anche per quanti non hanno conferito, è giusto che se ne occupi il C.di.A. e il Collegio Sindacale i quali Statuto e Regolamento interno alla mano, dovrebbero venire in Assemblea con decisioni e/o proposte chiare.
E per quanto riguarda la penalizzazione di alcune uve pregiate e non di tutte, ritengo non condivisibile il metodo adottato, non foss’altro perché precedentemente era stato attivato un criterio diverso. Perciò, il C.di.A. si doveva limitare ad applicare, a mio giudizio,una decisione,già assunta dall’Assemblea dei Soci, ( Assemblea a cui ero presente e nella quale si decise che i costi di gestione dovevano essere spalmati in egual misura, perché la nostra Cantina è una Società di mutuo soccorso).
E’ conclamato che, la vera fonte di guadagno delle Cantine, è la vendita del prodotto non sfuso, e però per entrare in questo mercato , bisogna “sgomitare”; questo non possiamo chiederlo agli Amministratori della Cantina, per’altro non retribuiti, i quali, in tal caso, dovrebbero alzarsi la mattina, per andare a vendere il prodotto. Però, possiamo continuare a chiedere, di cercare con convinzione,chi al posto Loro, è disposto a sgomitare ( sia essi esperti nel settore o giovani laureati, in cerca di occupazione, animati di buona volontà).
Appuntamento alla prossima Assemblea dei Soci, dove mi auguro si svolga un confronto non solo sul mancato pagamento del 25 % del prodotto conferito nella vendemmia 2009, che non è cosa da poco, ma anche e soprattutto, che ci siano da parte del C.di.A proposte concrete e fattibili sull’attività futura della nostra Cantina, fonte economica imprescindibile per la vita della comunità sambucese.
Seppur preoccupante, la situazione della nostra Cantina, è a dir poco azzardato, accostarla alla Corbera.
E per quanto riguarda la penalizzazione di alcune uve pregiate e non di tutte, ritengo non condivisibile il metodo adottato, non foss’altro perché precedentemente era stato attivato un criterio diverso. Perciò, il C.di.A. si doveva limitare ad applicare, a mio giudizio,una decisione,già assunta dall’Assemblea dei Soci, ( Assemblea a cui ero presente e nella quale si decise che i costi di gestione dovevano essere spalmati in egual misura, perché la nostra Cantina è una Società di mutuo soccorso).
E’ conclamato che, la vera fonte di guadagno delle Cantine, è la vendita del prodotto non sfuso, e però per entrare in questo mercato , bisogna “sgomitare”; questo non possiamo chiederlo agli Amministratori della Cantina, per’altro non retribuiti, i quali, in tal caso, dovrebbero alzarsi la mattina, per andare a vendere il prodotto. Però, possiamo continuare a chiedere, di cercare con convinzione,chi al posto Loro, è disposto a sgomitare ( sia essi esperti nel settore o giovani laureati, in cerca di occupazione, animati di buona volontà).
Appuntamento alla prossima Assemblea dei Soci, dove mi auguro si svolga un confronto non solo sul mancato pagamento del 25 % del prodotto conferito nella vendemmia 2009, che non è cosa da poco, ma anche e soprattutto, che ci siano da parte del C.di.A proposte concrete e fattibili sull’attività futura della nostra Cantina, fonte economica imprescindibile per la vita della comunità sambucese.
Seppur preoccupante, la situazione della nostra Cantina, è a dir poco azzardato, accostarla alla Corbera.
Salvino Ricca
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